Internet delle cose: di cosa si tratta.

Internet delle cose: di cosa si tratta.

L’Internet of Things: la rivoluzione di prodotti e servizi.

L’Internet delle cose è un neologismo che estende internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Si tratta di una tecnologia che permette di massimizzare le capacità di raccolta e di utilizzo dei dati da una moltitudine di sorgenti a vantaggio di una maggiore digitalizzazione e automazione dei processi. L’Iot estende alle cose tangibili i benefici del web, finora limitati esclusivamente alle persone. Gli oggetti incominciano ad interagire con altri oggetti, in modo sempre più specifico.
L’Internet of Things sviluppa al massimo livello i concetti della comunicazione in rete per permettere l’interazione tra oggetti, per esempio tra apparati di produzione destinati ad operare insieme, tra sistemi aziendali utilizzati per la pianificazione, sicurezza e manutenzione.

I primi esperimenti sono stati abbozzati nel 1982, quando alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University hanno applicato sensori e la connessione in rete ad un distributore di bibite dell’Ateneo per conoscerne lo stato di funzionamento. Qualche anno più tardi, questo metodo venne ripreso su più testate di carattere scientifico divulgativo. L’uso è stato, infine, esteso a qualsiasi oggetto capace d’interagire in rete, quindi partecipare alla creazione di processi digitalizzati, flessibili e intelligenti.
L’IoT beneficia degli sviluppi nell’ambito dell’elettronica e della comunicazione wireless. A seconda delle funzioni, le applicazioni differiscono tra loro.
Per fare in modo che funzioni la ‘’cosa’’ deve rispettare due caratteristiche: avere un indirizzo IP che ne consente l’identificazione univoca sulla Rete e la capacità di scambiare dati attraverso la rete stessa senza bisogno dell’intervento umano.
L’obiettivo degli oggetti connessi è, in generale, quello di semplificare il lavoro e la vita, automatizzando i processi e mettendo a disposizione informazioni che prima non si avevano (se non con un controllo umano).
Alcuni esempi reali di Internet delle cose?
La strada intelligente, o smart road, è in grado di dialogare con le auto, con i semafori e con la segnaletica al fine di ottimizzare i flussi di traffico, ridurre l’inquinamento e i tempi di percorrenza.
Oppure, già in prova a Los Angeles e Indianapolis, sono i sensori posti sulle strisce dei posti auto che individuano la presenza (o meno) di una vettura e possono inviare l’informazione a un centro dati, che lo fa apparire sull’app per smartphone. Il progetto si chiama Streetline ed è in fase di prova.
Se no possiamo anche citare i termostati intelligenti, che sono in grado di imparare orari ed esigenze e di scegliere la temperatura adatta per ogni momento, facendo risparmiare quasi il 20% di energia. Tramite un’app possono essere comandati a distanza, magari poco prima di tornare a casa.

La sicurezza viene vista come un fattore cruciale nella diffusione dell’IoT. Il presupposto per affrontare il tema della sicurezza è che ogni singolo device IoT che si aggiunge ad una rete diventa un nuovo punto di attacco potenziale. Qualsiasi dispositivo che introduce una connessione IP sulla rete deve essere protetto, prima di essere fisicamente collegato al network aziendale. Inoltre, i sistemi di protezione devono essere aggiornati con estrema sistematicità.

Ad oggi, secondo Gartner, gli oggetti connessi sono circa 5 miliardi e diventeranno 25 entro il 2020.

Secondo Will Frank, fondatore di Ubiquisys, una delle prime aziende ad adottare il business di IoT, gli oggetti connessi permetteranno di ottimizzare in tempo reale i processi produttivi e attività economiche, riducendo in maniera sensibile l’inquinamento e il consumo di risorse. Un esempio di proposta riguarda l’illuminazione pubblica: se gestita con le nuove tecnologie, potrebbe contenere il 40% dei consumi di energia elettrica.

Molti parlano di un rischio riguardante la propria privacy. Vivendo in un possibile mondo di sensori, misuratori e oggetti di uso quotidiano, si rischia che ci sia una raccolta di informazioni e scambio di queste sulle nostre abitudini, il nostro stato di salute, che possa essere trovato e comunicato semplicemente online. Manca, di fatto, un quadro normativo che stabilisca con chiarezza la titolarità delle informazioni raccolte dalle ‘’things’’ e trasmesse sulla rete, e i diruti e doveri di tutte le parti coinvolte.

I settori che trarranno maggiori vantaggi saranno i comparti dell’energia e dei trasporti. Nel 2017 i ricavi sono stati 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto al 2016.
Poco più di un paio di settimane ed entreremo tutti nel nuovo anno. I dati elaborati da IDC su scala globale e contenuti nel nuovo studio “Worldwide Semiannual Internet of Things Spending Guide” indicano per il 2018 una spesa in soluzioni Internet of Things (IoT) stimata in 772,5 miliardi di dollari, il 14,6% in più rispetto allo scorso anno.
Se la situazione continuerà verso la crescita del 14% per anno, per il periodo 2017-2021, arriveremo a 1.100 miliardi di dollari di valore.