Le cinque app italiane che hanno spopolato in pochissimo tempo.

Le cinque app italiane che hanno spopolato in pochissimo tempo.

L’economia italiana ha avuto una dei colpi più duri durante la crisi finanziaria globale. Ma ciò non l’ha fermata di certo, continuando a lottare e generare interesse nel settore della tecnologia startup.
Come in molti paesi europei che furono devastati dalla recessione, con un altissimo tasso di disoccupazione, molti imprenditori italiani hanno deciso di reinvestirai.
Grazie all’impegno, il supporto economico investito nelle startup, sono state create piattaforme sotto forma di applicazione che hanno fatturato milioni di euro.
Quali sono? Eccole:
-MusiXmatch. Un database di musica, fondata a Bologna nel 2010 che conta ad oggi più di 30 milioni di utenti che cantano sulle 7 milioni lyrucs che si possono trovare sul sito. Il creatore, Max Ciociola ha sviluppato la possibilità di accedere al testo automaticamente sull’app mentre si può ascoltare la musica.
Waynaut è un’ida di Simone lini, di 25 anni di crema che, ricevendo numerosi finanziamenti, è riuscito a far crescere la sua app e a farla diventare realtà. Lanciata a Milano nel 2011, incorpora ogni tipo di trasporto presente in Europa, inclusi treni, aerei e bus, in modo da permettere ai viaggiatori di confrontare i mezzi e scegliere quello più efficace e conveniente.
-La boutique online Drexcode ha spopolato letteralmente. Quale è la novità? Poter affittare vestiti e accessori dalle ultime collezioni di moda. Fondata nella capitale della moda, Milano, nel 2014, è reinventato gli eventi mondani: tutti gli abiti delle marche più famose e costose possono essere noleggiati a un valore del 15% del prezzo d’acquisto.
-Pensata e lanciata sul mercato nella capitale italiana, Roma, Snapback rivoluziona il rapporto che si può avere con le app. Giuseppe Morlino, inventore di questo nuovo software, ha studiato una tecnologia sensoriale che può rendere i devices più intelligenti e accessibili tramite il tocco, la voce o lo spostamento d’aria. Fondata nel 2013, l’obiettivo che si pone è creare delle interfacce più efficaci, senza interruzioni, minimizzando l’utilizzo del touch.
-Infine, impossibile non citare BeMyEye. Startup fondata da Gian Luca Petrelli, è l’app che più si è diffusa anche all’estero. Si può trovare attiva in Germania, Francia, Regno Unito e, ovviamente, Italia. Quest’app permette di unire i lavoratori e le loro competenze alle esigenze degli utenti. Chi scarica l’app riceve una segnalazione su un lavoro da effettuare (anche solo una verifica se un prodotto si trova o meno in un punto vendita). Si scatta una foto e si realizza il lavoro per poi essere pagati dai 6 ai 35 euro.