Il marketing funnel applicato alle app.

Il marketing funnel applicato alle app.

Funnel significa letteralmente ‘’imbuto’’ in inglese. Nel mondo del marketing è uno strumento essenziale per operare al meglio con i clienti. Si tratta di una rappresentazione ideale del ‘’viaggio’’ che le persone che non ci conoscono compiono partendo dalle prime informazioni che ricevono sull’azienda fino all’acquisto o, in caso negativo, all’abbandono del rapporto.
Il funnel è uno dei pilastri del marketing tradizionale. Come si può, quindi, applicarlo alle applicazioni?

Ecco come:

-In tutte le versioni, come imbocco dell’imbuto, nella parte più ampia, si ha la fase che viene detta ‘’discovery/exposure’’. Nel marketing si può trattare di pubblicizzazione del prodotto. Per quanto riguarda le app è il momento cruciale in cui un soggetto decide di scaricare l’app dallo store. In questa fascia, il lavoro da fare è quello di agevolare l’utente a trovare e scaricare in modo più velocemente possibile l’app. Tra il 50 e il 55% per cento dei consumatori scopre le app grazie ai trend all’interno dello store stesso. Solo il 15% scarica un app per passaparola. Ecco perché anche utilizzare un mix di attività SEO può risultare utile per essere trovati nell’ambito delle ricerche con le parole chiavi.

-Successivamente c’è la considerazione. Gran parte dei consumatori ha già un’aspettativa formata sul prodotto e, se glielo chiedessi, potrebbe già dare un minimo di giudizio al prodotto. Ma gli utenti si fidano anche molto dei commenti esterni. Almeno l’85% delle persone non scaricherebbe un’app a due stelle. Invece un’app che ha dalle 4 alle 5 stelle risulta immediatamente degna di fiducia.

-La terza tappa è la conversione. Se fosse marketing generale sarebbe la decisione di acquistare. In questo caso i punti potrebbe essere tra i più disparati: creare un account, fare un ordine online, essere attivi sull’app, etc.

-Subito sotto la parte più stretta dell’imbuto si trova la ‘’customer relationship’’. Si tratta effettivamente della relazione con il proprio cliente che, si spera, generi valore da entrambe le parti. Molti creatori di app cercano sempre nuovi utenti, dimenticandosi completamente di quelli che hanno già, e questo è sbagliatissimo. Comunicare con notifiche push personalizzate, fornire il migliore servizio possibile, permettere di agevolare in qualche modo il proprio utente fidelizzato vi garantirà un rapporto continuativo con questo.

-Infine, alla fine dell’imbuto, si trova la cosiddetto ‘’retention’’. E’ il vertice della fidelizzazione di un cliente. E’ l’acquirente che ormai è uscito dal ciclo. Quello che si vuole ottenere è farlo ripartire dall’inizio, non perderlo, fare in modo che il tunnel che ha attraversato non sia stato l’episodio di una volta. E quindi entrano in gioco tutti i meccanismi di fidelizzazione diretta o meno con il cliente. Le app che interagiscono con il soggetto, è dimostrato, sono quattro volte più probabili a non essere disinstallare dopo tre mesi di attività. Se si costruisce una relazione solida con l’utente, offrendo lui esperienze interattive e rispondendo ai suoi feedback, c’è una probabilità più alta che rimangano coinvolti.